Sono stata diffamata da alcuni utenti sulla mia pagina social. Oltre a rimuovere il contenuto di tali messaggi posso fare una querela penale per tutelare la mia immagine?

Il web, grazie all’anonimato, induce i più impudenti alle offese e agli insulti di ogni genere. Non a caso, accanto agli opinionisti social, a influencer e blogger “di professione”, si riscontra una dipendenza da social network, mondo virtuale ove si scatenano gli haters, definiti anche “leoni da tastiera”.

L’utente che insulta alla presenza degli altri iscritti va incontro, di norma, alla rimozione del contenuto del messaggio e ban dalla piattaforma. Ma accanto ai provvedimenti inibitori, che potrebbero essere definiti di natura “domestica”, l’ordinamento giuridico prevede una tutela penale e civile esauriente, assai incisiva e che non lascia molti spazi a dubbi interpretativi.

Secondo il codice penale, la persona offesa da una diffamazione avvenuta on line può proporre una denuncia-querela con cui chiede al giudice penale di perseguire il presunto colpevole, anche con l’obiettivo di far valere la propria pretesa risarcitoria nel processo penale.Anche in rete pertanto dovranno essere rispettati il diritto al nome, all’immagine, all’onore, alla reputazione e i nuovi diritti della persona che afferiscono alla riservatezza, all’identità personale e, non ultimo, all’oblio.. Difatti, la ricerca per tag o parola chiave, la condivisione, i like, gli screenshot e i salvataggi dei post sono alcuni dei metodi per riportare all’attenzione generale, in qualsiasi istante, i variegati contenuti offensivi.